Il tutor aziendale può essere un lavoratore designato dall’impresa che sia in possesso di alcune caratteristiche specifiche (possedere un livello di inquadramento pari o superiore a quello che l’apprendista conseguirà alla fine del periodo di apprendistato; svolgere attività lavorative coerenti con quelle dell’apprendista; aver sviluppato esperienza lavorativa di almeno tre anni) o, nel caso di aziende con meno di quindici dipendenti, può essere lo stesso titolare dell’azienda.
La formazione interna costituisce uno specifico obbligo del datore di lavoro che deve impartire la formazione necessaria a far conseguire all’apprendista la relativa qualifica professionale.
Al termine del periodo di apprendistato il datore di lavoro deve attestare le competenze professionali acquisite dal lavoratore, dandone comunicazione alla struttura territoriale pubblica competente in materia di servizi all’impiego. Copia dell’attestato di qualifica conseguito deve essere consegnata al lavoratore.
La formazione aziendale si svolge attraverso l’affiancamento di un tutor. Il datore di lavoro deve nominare uno o più tutor aziendali; ogni tutor può affiancare al massimo 5 apprendisti. Il datore di lavoro deve comunicare i nominativi dei tutor alla regione.
Il tutor aziendale è il punto di riferimento per il giovane apprendista nel corso di tutta la sua permanenza in azienda; ciò determina che il tutor vada a ricoprire molteplici funzioni, quali:
Data: 08/07/2008
Fonte: Redazione